In molte case italiane, il disordine sembra un ospite fisso, specialmente dopo giornate intense. Non raramente, quando arriva la sera, le zone più frequentate si riempiono di oggetti sparsi, facendo sembrare tutto un po’ caotico e difficile da gestire. Cosa fare, allora? Meglio puntare su una strategia pratica che dia valore solo agli spazi davvero importanti, senza perdere tempo a rincorrere la perfezione ovunque. La regola dei 60 centimetri nasce proprio da qui: tenere sotto controllo quei pochi punti che influiscono molto su come percepiamo l’ordine in casa.
La centralità delle piccole aree incide sull’ordine percepito
Il concetto alla base è semplice – e funziona: dedicare attenzione alle superfici usate spesso. Pensa al piano del tavolo dove lasci le chiavi o il cellulare appena entri, alla mensola del bagno con i prodotti più pratici, o al ripiano in cucina con gli utensili più utilizzati ogni giorno. Concentrandoti su quelle aree – poche ma strategiche – l’impressione di disordine diminuisce, anche se in altre stanze regna un po’ di caos.


Un dettaglio che sfugge facilmente riguarda l’effetto visivo – rapidissimo – che hanno quegli spazi: anche pochi oggetti fuori posto saltano subito all’occhio, dando l’idea di confusione. È curioso come certe superfici, se curate, cambino la qualità percepita dell’intero ambiente. Nessuna ossessione per l’ordine totale: la sfida è tenere a bada quei circa 160 centimetri quadrati – proprio la superficie suggerita dalla regola – che fanno la differenza nella vita di tutti i giorni.
Chi vive in spazi piccoli, un po’ come succede nelle grandi città, sa bene quanto questa strategia aiuti a evitare la sensazione di sovraccarico visivo. I piccoli segnali di disordine si concentrano quasi sempre nei passaggi o nelle zone che si usano davvero, condizionando anche l’umore e la sensazione di accoglienza. Ecco perché, con un approccio mirato, il risultato è spesso migliore rispetto a un riordino casuale e senza metodo.
Usare lo spazio verticale e razionalizzare le abitudini quotidiane
Adottare questa regola significa, più che altro, cambiare modo di guardare gli spazi. Il trucco? Sfruttare bene lo spazio verticale: mensole sottili sopra scrivanie, ganci dietro le porte, contenitori appesi. Così si sfrutta ogni centimetro – senza ingombrare le superfici piane, che poi sono quelle in cui tende ad accumularsi il disordine.
Così si semplifica la manutenzione dell’ordine. Ogni cosa ha il suo posto, comodo e a portata di mano, e poi riordinare diventa meno faticoso – sia mentalmente che fisicamente. Spesso uno dei motivi per cui si accumulano oggetti fuori posto è proprio la fatica superflua di metterli a posto, chi non si è trovato in questo impasse?
I ritmi della vita urbana sono spesso serrati – e chi abita in città grandi o affollate lo sa –, il tempo per la casa è limitato. Per questo, bastano pochi minuti la sera per sistemare con calma le superfici dove si concentra più movimento. Chiavi, forbici, piccoli accessori: tutto ha bisogno di un posto sicuro, altrimenti si rischia di perderli o spargerli in giro senza volerlo.
Quando organizzare diventa complicato o troppo macchinoso, forse serve semplificare le abitudini. Spesso “meno” vince “più” – una disposizione semplice, chiara, ecco la mossa giusta per un ambiente funzionale e con meno stress. Particolarmente vero in appartamenti piccoli, quelli dove ogni centimetro conta; lì concentrarsi sulle superfici giuste porta a un comfort domestico più tangibile.