In molte famiglie italiane, il cioccolato è quasi sempre presente, specialmente durante le feste. Chi vive con un gatto, però, sa che la loro curiosità – a volte un po’ distratta – può spingerli ad annusare o a mettere le zampe su alimenti che sarebbe meglio evitare. Non è una cosa che accade spesso, come con i cani, ma se un micio mangia cioccolato la situazione può diventare seria. Questo accade più facilmente quando il dolce è lasciato incustodito, quasi a portata di zampa, una disattenzione più comune di quanto si pensi.
I rischi concreti del cioccolato per i gatti
Nel cioccolato c’è la teobromina, sostanza tossica per i gatti, che il loro organismo fa fatica a smaltire. A differenza degli esseri umani, i felini tendono ad accumulare questa sostanza, che può danneggiare – e pure in modo serio – il loro fegato. Basterebbe anche solo un po’ di cioccolato fondente – quello con più teobromina – per far scattare segnali d’allarme, e non sono pochi i casi in cui anche piccole dosi diventano pericolose.


Non esiste una quantità “sicura” valida per tutti: entrano in gioco diversi fattori come l’età, il peso e lo stato di salute del gatto. Un esemplare più piccolo, per esempio, rischia di più rispetto a uno grosso. Anche la qualità del cioccolato conta: oltre al fondente, pure il cioccolato al latte o le bevande a basa di cacao possono creare problemi, forse meno intensi ma non da sottovalutare. Quando questi prodotti restano alla portata del gatto – ed è più facile di quanto si immagini – la situazione può rapidamente scappare di mano.
Chi ha un gatto in città lo sa bene: l’attrazione del felino verso certi cibi vietati può tradursi in un incidente inaspettato. L’accesso facile e la mancata sorveglianza aumentano le probabilità che il micio finisca per consumare qualcosa di dannoso. Un piccolo sbaglio domestico e si rischia un’emergenza.
Come riconoscere un avvelenamento e cosa fare subito
I segnali di un avvelenamento da cioccolato non sono sempre sottili: possiamo vedere irrequietezza, vomito continuo, diarrea e poi un respiro più veloce, col cuore che batte accelerato. Nei casi più gravi, possono esserci convulsioni, muscoli rigidi, febbre alta. Riconoscere presto queste cose può davvero fare la differenza.
Se si sospetta che il gatto abbia mangiato cioccolato, serve osservare con attenzione il suo comportamento e fare in modo che stia fermo – soprattutto se può uscire fuori. Di solito, diventa importante tenere sotto controllo la situazione per un giorno intero, almeno 24 ore. Il veterinario, dopo aver valutato, potrebbe decidere di indurre il vomito o somministrare liquidi endovena per liberare l’organismo dalle tossine.
Ci sono casi che richiedono il ricovero in clinica. Se scrupoli negli esami mettono in luce problemi al fegato o al cuore, serve un trattamento più lungo e mirato. Quando si va dal dottore, portare le confezioni o gli involucri del cioccolato assunto è molto utile per capire qual era il rischio reale. Fornire dettagli su peso e condizioni generali aiuta a calibrare meglio la cura e anticipare eventuali problemi.
Cosa offrire al gatto invece del cioccolato
Visto che il cioccolato è da escludere, conviene puntare su snack specifici, pensati per i gatti. In commercio ne esistono molti, senza zuccheri, lattosio o sostanze pericolose come la teobromina. Questi prodotti non solo piacciono al palato, ma aiutano pure a mantenere una buona igiene dentale e migliorano il benessere complessivo del micio.
Un dato non da poco riguarda il valore dell’attenzione, del tempo e del legame affettivo tra gatto e padrone: spesso si dimentica quanto la serenità del felino dipenda da un buon equilibrio tra alimentazione e rapporto con chi gli sta vicino. Nelle città, chi ha imparato a conoscerli sa quanto questo faccia la differenza rispetto alle tentazioni che si trovano in cucina.
Ti starai chiedendo: perché è così importante evitare il cioccolato? Semplice: proteggere il gatto significa fare scelte consapevoli e vigilare sull’ambiente domestico. Sapere quali rischi corrono e prevenire è il modo migliore per tenere lontane emergenze e far vivere il proprio amico a quattro zampe a lungo e in salute.