Pandori da supermercato premiati per la qualità con un’opzione gourmet sotto i 6 euro

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Con l’avvicinarsi delle feste, sulle tavole italiane spuntano dolci tipici, con il pandoro che indubbiamente fa la sua figura. Nei supermercati la scelta è davvero vasta, ma trovare un pandoro che abbia una qualità vera non è mica banale. Così, per dare una mano a chi si trova davanti allo scaffale, sono stati messi alla prova diversi pandori della grande distribuzione, con una valutazione sensoriale alla cieca fatta da esperti pasticcieri, gente che di dolci ne capisce sul serio. Il loro compito? Capire quali pandori rispettano davvero le caratteristiche autentiche di questo classico, senza sorprese una volta affettato o assaggiato.

A partire dall’aspetto, un pandoro di qualità si riconosce subito per la sua forma a stella a otto punte, nitida e ben definita. La crosta? Devi vederla dorata e uniforme, senza chiazze o zone meno cotte. Quando si taglia, la mollica deve essere leggera e soffice, con una alveolatura regolare che testimonia una fermentazione riuscita. Piccoli dettagli, questi, che magari in città sfuggono spesso, ma che invece parlano chiaro sulla bontà finale.

Passando al profumo, qui si gioca la vera partita: un buon pandoro emana sentori delicati di burro e vaniglia, senza quell’odore artificioso che sa di chimico. Al tatto si apprezza la consistenza giusta: morbido, asciutto, senza affatto impasti unti o appiccicosi. Un prodotto valido mantiene la sua forma anche dopo il taglio e, in bocca, si scioglie leggero, offrendo un bilanciamento tra burro e vaniglia, senza che la presenza di lievito o farine lasci tracce fastidiose.

Come si distinguono i pandori più apprezzati

Come spesso accade, la classifica mette sotto i riflettori alcune etichette che scalano la vetta tra quelle vendute in Italia. Al primo posto c’è un pandoro prodotto da una storica azienda piemontese, che con la curiosità si presenta "senza lattosio", ma si porta dietro un 17% di burro. Chi vuole i numeri precisi: lattosio residuo sotto lo 0,01%. Esteticamente, il dolce mostra un’alveolatura un po’ allungata e profumi che ricordano panna fresca e pane, con l’immancabile nota finale di vaniglia, ben bilanciata. Al gusto? L’impressione è elegante, una struttura ben definita e una scioglievolezza che accompagna piacevolmente il morso.

Pandori da supermercato premiati per la qualità con un’opzione gourmet sotto i 6 euro
Un pandoro spolverato di zucchero a velo, immerso in un'ambientazione natalizia con decorazioni dorate e pigne. - fiorirondo.it

Come seconda scelta, si trova un pandoro dalla forma ben marcata e un colore giallo intenso, che spicca per un’alveolatura irregolare ma diffusa: segno di una lavorazione quasi artigianale, diciamo. L’aroma è fresco, con sentori lattici e una buona dose di vaniglia. Il sapore è equilibrato, non troppo dolce, e la scioglievolezza resta soddisfacente, tanto da risultare apprezzato da chi cerca il miglior rapporto qualità-prezzo.

Chiude il podio un pandoro tradizionale di Roma, che si distingue per una forma classica ma presenta qualche cavità più ampia all’interno. L’olfatto è pungente, con tonalità intense di mou e dulce de leche, e un burro che governa le prime sensazioni. Al palato, il sapore segue questa linea, virando poi su toni più biscottati, delicati. La consistenza è soffice e filante, si scioglie facilmente in bocca – dettaglio che chi abita in città nota, specialmente nei giorni di festa.

Qualità e prezzo: il compromesso per ogni tasca

Tra gli altri candidati, emergono prodotti che offrono standard qualitativi coerenti su varie fasce di prezzo. Per esempio, un marchio storicissimo – nato nel 1894 – propone un pandoro con una base ben cotta e un colore dorato che si fa notare facilmente, insieme a una struttura solida e profumi di burro e vaniglia molto presenti. La dolcezza – ciccia – è ben bilanciata, si sposa con la tradizionale spolverata di zucchero a velo e regala una masticabilità assai gradevole.

Per chi vuole stare più sul tondo, c’è un produttore piemontese che offre un pandoro con un profilo aromatico deciso, dove il burro si fa sentire subito, ma poi si affievolisce dolcemente. Si scioglie bene, punto non da poco, soprattutto per chi fa la spesa nei supermercati di quartiere e bada al sodo.

A chi invece deve tenere il portafoglio più stretto, non mancano alternative valide: due marchi economici, entrambi con qualche punto di forza. Il primo ha una base generosa, interno di un giallo acceso e aromi equilibrati, anche se la consistenza risultava leggermente più compatta vicino alla crosta. Il sapore di burro è delicato, lascia una persistenza discreta. L’altro – il più economico del test – si presenta con una struttura uniforme e porosità fitta, ma attenzione: il suo sentore di caramello, per quanto lieve, tende a enfatizzare la dolcezza complessiva, modificandone un po’ il carattere.

Insomma, per chi vuole orientarsi con una scelta consapevole e di qualità, conviene puntare su prodotti un po’ più costosi; chi invece cerca un compromesso tra prezzo e resa potrà apprezzare le proposte di fascia media. E c’è pure chi parte da basi più modeste, trovando comunque dolci genuini e senza troppi compromessi, anche a cifre contenute. Il pandoro resta così, anno dopo anno, un classico indiscusso che fa da cornice alle feste. Ecco perché il valore più grande resta sempre quello di condividerlo con familiari e amici – un segno più forte della stessa qualità del prodotto.

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