erba artificiale lo fa spesso per risparmiare tempo, ma chi pensa che il prato sintetico non richieda cura si sbaglia. Lo stato di un manto artificiale si vede subito: fibre schiacciate, odori persistenti, accumuli di detriti che in breve trasformano l’installazione in un elemento trascurato del giardino. I tecnici del settore lo raccontano così: la manutenzione non è assente, è diversa e più semplice rispetto al prato naturale. Un dettaglio che molti sottovalutano è proprio la frequenza degli interventi, che varia in base all’uso e all’ambiente urbano o rurale.
Come pulire e smacchiare: metodi pratici passo dopo passo
spazzolatura regolare con una spazzola dalle setole rigide in plastica o nylon, una scopa a pettine o un rastrello non metallico. Se l’area è ampia, vale la pena noleggiare una spazzolatrice meccanica; nel contempo, sconsigliata la sola aspirazione foglie, che non ridà corpo alle fibre. Dopo la rimozione grossolana, si passa all’aspirazione e, quando serve, al lavaggio.

Per il lavaggio va bene la canna da giardino, ma per lo sporco ostinato è preferibile l’idropulitrice. Qui lo raccontano i tecnici: mantenere la lancia a una distanza minima di 30 cm dal tappeto e impostare il getto in posizione inclinata a ventaglio riduce il rischio di danneggiare le fibre. Dopo il lavaggio, è importante lasciare il manto asciugare naturalmente prima di calpestarlo. Se l’animale di casa “segna” il territorio con l’urina, è sufficiente risciacquare subito la parte interessata e, se necessario, usare un prodotto specifico o un detergente enzimatico per eliminare odori e residui organici in modo eco-compatibile.
Per le macchie fresche conviene intervenire rapidamente: smacchiatori a pH neutro funzionano su inchiostro e oli leggeri, mentre caffè, tè o ketchup richiedono formulazioni enzimatiche. Gomma da masticare o vernice secca vanno raschiate con attenzione, dal basso verso l’alto, per non tagliare gli steli. Un fenomeno che in molti notano solo d’inverno è la necessità di evitare fonti di calore per asciugare il manto: mai usare phon o altre fonti dirette, si rischia di deformare le fibre.
Manutenzione ordinaria e cosa evitare per far durare il manto
fori di drenaggio e la rimozione di eventuali erbacce con radice. Chi posa o possiede prato sintetico in Italia sa che i temporali intensi possono mettere alla prova il drenaggio: verificare che l’acqua scorra liberamente è fondamentale per evitare ristagni e proliferazione di muschio. Per togliere il muschio il metodo più efficace rimane l’idropulitrice; in assenza, una soluzione di sapone di Marsiglia e bicarbonato può aiutare.
In caso di neve o gelate è importante aspettare lo scioglimento naturale: il manto può diventare fragile sotto i -5° e rischia di rompersi se calpestato. Per rimuovere la neve fresca usare preferibilmente una pala di legno e non utensili metallici o rigidi che potrebbero danneggiare le fibre. Nei mesi caldi, bagnare leggermente il tappeto aiuta a mantenere l’elasticità del materiale d’intaso e a limitare il surriscaldamento. Se ci sono arredi con gambe in ferro, applicare sotto i piedini appositi feltrini evita macchie di ruggine.
Tra le pratiche da evitare: non usare candeggina, acidi, derivati del petrolio o solventi che scoloriscono o corrodono le fibre. Non esporre il prato a fiamme libere o oggetti molto caldi, perché il calore può fondere gli steli. Non impiegare pesticidi nocivi: l’acqua e la pulizia meccanica sono di norma sufficienti per tenere lontani gli insetti. Evitare riparazioni su superfici bagnate e il transito di veicoli pesanti oltre i limiti consigliati completa le buone regole di manutenzione. Il risultato è evidente: chi segue queste pratiche mantiene il tappeto in ordine più a lungo e vede il proprio investimento resistere nel tempo, una scelta sempre più diffusa nelle abitazioni italiane per chi cerca uno spazio verde pratico e ben curato.