Ogni anno, con l’arrivo della stagione fredda o calda, torna a farsi strada un interrogativo pratico in molte case italiane: come scongelare gli alimenti in modo sicuro? C’è chi tende a lasciare carne o pesce a temperatura ambiente per velocizzare le cose. Scelta comune, ma con qualche rischio serio per la sicurezza alimentare. Lo scongelamento non influisce solo sulla qualità finale del cibo, ma – e qui sta il punto – sulla sua salubrità. Chi cucina o vive in famiglia sa fin troppo bene che una gestione sbagliata di questo passaggio può favorire la proliferazione di batteri e aumentare il rischio di intossicazioni.
Abbiamo presente quando si lascia il cibo fuori dal frigo? Spesso la superficie supera i 5 °C, entrando in una specie di “zona critica”. Qui, quei batteri noti come Salmonella o Escherichia coli si moltiplicano come fossero in paradiso. Il problema – che a volte si sottovaluta – è che mentre l’esterno si riscalda, l’interno può restare ancora congelato. Non c’è il calore uniforme, insomma, e questo significa che il cibo non è davvero pronto come sembra. Negli ambienti dove il tempo stringe e si corre, è facile ignorare questi dettagli ma il rischio resta – e non è da poco.
Scongelare in frigorifero: il metodo più sicuro
Il metodo più affidabile per scongelare senza rischi? Mettere gli alimenti nel frigorifero. Può sembrare una scocciatura, considerando le ore o anche un’intera giornata che servono, però funziona. La temperatura rimane stabile, tra i 2 e i 4 °C, e il cibo non varca mai quella linea che favorisce i batteri. In pratica, il frigorifero fa da scudo, lasciando passare il cibo dallo stato solido a quello liquido lentamente, senza fretta.

Un trucco? Posizionare il cibo congelato nel ripiano più basso. È il posto ideale – meno soggetto a sbalzi termici – e, dettaglio non da poco, evita che i liquidi dallo scongelamento cadano su altri alimenti, proteggendo così l’igiene in cucina. Chi vive in case con più persone o usa frigoriferi condivisi lo sa bene: queste piccole attenzioni contano. Lo scongelamento può durare tanto, da qualche ora fino a un giorno intero, a seconda del peso e delle dimensioni, ma serve a tutelare chi mangerà quel cibo.
I metodi veloci e i potenziali pericoli
A volte, chi va di fretta usa l’acqua corrente o il microonde. Soluzioni rapide, certo, ma con qualche insidia. Nel caso dell’acqua, bisogna accertarsi che l’alimento sia ben sigillato, per evitare contaminazioni da fuori. Sul microonde si apre un discorso a parte: il riscaldamento non è uniforme, e allora si creano quelle “zone calde” dove il cibo comincia a cuocere, ma anche zone fredde dove i batteri possono prosperare. La consistenza ne risente e la sicurezza pure.
Un fattore comune a entrambi i metodi: la temperatura non è mai sotto controllo costante. In poco tempo, il cibo supera facilmente i 5 °C e questo è un pericolo. Altro errore frequente: ricongelare alimenti dopo averli scongelati senza prima cuocerli. Mossa sbagliata, perché permette ai batteri di moltiplicarsi senza freni e deteriora la qualità. Non è un caso se le leggi, sia italiane che internazionali, insistono sulle regole da seguire: si parla di evitare intossicazioni alimentari.
Insomma, anche se scongelare sembra una faccenda semplice, dietro si nascondono molte variabili – che spesso sfuggono a chi cucina. Nelle grandi città, con ritmi frenetici, gli errori sono quasi la norma. Però, un dato resta: tenere il cibo sempre sotto i 5 °C durante tutto il processo è la base per una cucina più sicura e un’alimentazione sana. Gli esperti lo ripetono da anni: il freddo gestito bene salva davvero da rischi invisibili.